L’esperienza parigina presso l’Hopital Lariboisiere sotto la direzione del Prof. Pierre Hautefeuille, importante conoscitore dell’anatomia chirurgica del fegato e delle vie biliari, ha stimolato nel Prof. Ettorre la convinzione che la chirurgia epatica trovava una sua dimensione solamente con la conoscenza e la pratica della chirurgia trapiantologia epatica. Questo significava che tutte le conoscenze maturate nella chirurgia generale dovevano essere trasferite nella chirurgia del trapianto di fegato.

Il primo approccio con il trapianto di fegato lo ebbe a Parigi presso l’Hopital Cochin nel servizio del Prof. Yves Chapuis dove assistette al trapianto di fegato e al prelievo dello stesso sotto la responsabilità del Professor O. Soubrane.Questo primo approccio fece capire al Prof. Ettorre quanto questa disciplina fosse faticosa ma allo stesso tempo emozionante e rivoluzionaria per i pazienti affetti da malattie epatiche terminali.

Il successivo soggiorno parigino presso l’Hopital Beaujon sotto la direzione del Prof. Jacques Belghiti ha formato il Prof. Ettorre alla chirurgia dei trapianti di fegato. In tale contesto ospedaliero (Hospital Beaujon Clichy) avevano transitato chirurghi come Lortat-Jacobs che descrisse la prima epatectomia destra effettuata nel 1952 e Francois Feketè.

Durante il soggiorno dal Prof. Jacques Belghiti il Prof. Ettorre si è subito interessato alla problematica del prelievo di organi. Questo comporta conoscenze in ambito di conservazione degli organi, conoscenze di anatomia chirurgica da applicare al prelievo e doti di coordinamento e di collaborazione con la propria equipe ma anche con altre equipes che si succedono nella sala del prelievo multiorgano. Con l’aiuto dei Dr. Sommacale, Farges e Sauvanet, dopo oltre 200 prelievi multiorgano si dedicava al trapianto stesso. Quindi apprendeva la tecnica del trapianto di fegato(1) e l’importante gestione del paziente nel pre e nel post trapianto. Si occupava con attenzione delle prime esperienze nel trapianto di donatore vivente adulto e pediatrico (fegato destro, fegato sinistro e lobo sinistro per trapianti pediatrici) (2,3,4).

In tale periodo si dedicava anche ai trapianti con fegati parziali (split) che venivano per lo più effettuati “in situ” ma anche “ex situ”. Frutto di tale lavoro fu lo splittone ossia la divisione del fegato del donatore in due emifegati per il successivo impianto in due riceventi adulti (5).

Rientrato dalla Francia nel 2001 applicava subito le conoscenze acquisite per la realizzazione di un nuovo polo trapiantologico romano presso l’IFO sotto la responsabilità e la direzione del Prof. Eugenio Santoro. Si effettuava il primo trapianto di fegato in tale struttura nel dicembre 2001.

L’attività si è subito intensamente sviluppata portando il centro rapidamente ad uno standard di circa 30 trapianti per anno. In tale realtà ed in collaborazione con l’INMI Lazzaro Spallanzani e sotto il controllo del Centro Nazionale Trapianti veniva effettuato il primo trapianto in Italia in paziente HIV positivo (6). Veniva effettuato il primo splittone e relativo doppio trapianto adulto nella Regione Lazio. Veniva effettuato il primo trapianto mondiale con fegato split sinistro impiantato ruotato di 180 gradi(7).

Nell’aprile 2007 con delibera della Regione Lazio il centro veniva trasferito in blocco presso l’Azienda San Camillo-Forlanini dove tuttora è attivo con la creazione di un Polo Ospedaliero Interaziendale Trapianti. L’ubicazione attuale è presso il secondo piano dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”.

Tecnica di trapianto appresa alla scuola del Prof. Belghiti (8)

Il trapianto di fegato con tale tecnica comporta una fase di epatectomia che consiste nell’asportare il fegato malato. La tecnica prevede la conservazione della vena cava inferire del paziente onde evitare l’uso del By-pass veno venoso e le sue complicazioni. Il fegato malato si rimuove dalla vena cava interrompendo tutte le vene spigheliane e peduncolizzando il fegato sulle tre vene sovraepatiche. In questa fase si effettua una modifica della tecnica originale ovvero l’hanghing maneuver modificata(9) che permette di effettuare un facile clampaggio sovraepatico e di esporre meglio la regione per l’impianto. Si effettua quindi il clampaggio sovraepaticocavale e si termina l’epatectomia. L’organo prelevato e preparato alla back-table si impianta ortotopicamente. La prima anastomosi riguarda l’efflusso venoso ed è confezionata tra la cava sovraepatica del graft ed una bocca comune comprendente le 3 sovraepatiche del ricevente. La seconda anastomosi è quella portale, poi quella arteriosa ed in ultimo quella biliare.

Legenda

1. Belghiti J, Ettorre GM, Durand F, Sommacale D, Sauvanet A, Jerius JT, Farges O. Feasibility and limits of caval-flow preservation during liver transplantation. Liver Transpl. 2001 Nov;7(11):983-7.)

2. Douard R, Ettorre GM, Chevallier JM, Delmas V, Cugnenc PH, Belghiti J. Celiac trunk compression by arcuate ligament and living-related liver transplantation: a two-step strategy for flow-induced enlargement of donor hepatic artery.Surg Radiol Anat. 2002 Dec;24(5):327-31

3. Durand F, Ettorre GM, Douard R, Denninger MH, Kianmanesh A, Sommacale D, Farges O, Valla D, Belghiti J. Donor safety in living related liver transplantation: underestimation of the risks for deep vein thrombosis and pulmonary embolism.Liver Transpl. 2002 Feb;8(2):118-20.

4. Douard R, Ettorre GM, Sommacale D, Jan D, Revillon Y, Farges O, Belghiti J. A two-step strategy for enlargement of left arterial branch in a living related liver graft with dual arterial supply. Transplantation. 2002 Mar 27;73(6):993-4.

5. Sommacale D, Farges O, Ettorre GM, Lebigot P, Sauvanet A, Marty J, Durand F, Belghiti J. In situ split liver transplantation for two adult recipients.Transplantation. 2000 Mar 15;69(5):1005-7.

6. Vennarecci G, Ettorre GM, Antonini M, Santoro R, Perracchio L, Visco G, Santoro E. Liver transplantation in HIV-positive patients. Transplant Proc. 2007 Jul-Aug;39(6):1936-8.

7. Ettorre GM, Vennarecci G, Santoro R, Lepiane P, Lorusso R, Antonini M Adult liver transplantation with a rotated left liver lobe from an “in situ” splitting procedure.Transplantation. 2008 Jun 15;85(11):1673-4.

8. Belghiti J, Ettorre GM, Durand F, Sommacale D, Sauvanet A, Jerius JT, Farges O. Feasibility and limits of caval-flow preservation during liver transplantation. Liver Transpl. 2001 Nov;7(11):983-7.